Milano, 27 settembre 2025 – A volte basta un invito per unire due mondi: quello dell’impresa e quello del coraggio.
È ciò che è accaduto con Il Filo del Coraggio, che quest’anno si è aperto con la partecipazione di Maria Zota, parte del team ONE4 e attivista impegnata nella promozione di progetti culturali e sociali, ha invitato il CEO Mario Peveraro a sostenere l’iniziativa.
Un invito subito accolto, che ha portato ONE4 a partecipare con un contributo economico e con la presenza diretta del suo Amministratore Delegato, a testimonianza della sensibilità e della vicinanza dell’azienda ai valori di solidarietà, responsabilità e rinascita che il progetto rappresenta.
Alla Fontana e Rocce di Regione Lombardia ha preso vita un evento che ha trasformato la moda in manifesto civile. Il Filo del Coraggio, ideato dalla stilista italo-marocchina Hnia Harrati, ha portato in scena una sfilata unica: non passerella ma racconto, dove abiti, testimonianze e istituzioni si sono intrecciati per dare voce a chi troppo spesso resta in silenzio.
Un filo che ha cucito insieme culture, storie e generazioni, trasformando la fragilità in forza collettiva.
Il momento più intenso è stato l’apparizione di un abito bianco in seta pura, lungo quattro metri e impresso con le impronte rosse di 300 donne vittime di violenza, raccolte da diverse associazioni lombarde. A indossarlo, una donna speciale, simbolo universale di coraggio e libertà, accompagnata da una bambina a ricordare i figli che vivono in silenzio la violenza insieme alle madri. Bianco che accoglie, rosso che grida: un abito–manifesto che resterà come immagine di un’intera comunità.
Il Filo del Coraggio è stato strettamente legato al progetto Hnia, sviluppato in dialogo con il Tribunale di Milano, con il Presidente Fabio Roia e il Procuratore Marcello Viola. Un ponte concreto tra le donne – in particolare quelle magrebine, ma in realtà tutte – le associazioni, i consolati e i tribunali, per garantire accesso reale ai servizi già esistenti: dal sostegno psicologico a quello sanitario e legale. Un ponte che comincia dalla lingua, con la comunicazione in arabo come chiave per arrivare a chi spesso resta esclusa, e che costruisce salvezza attraverso la traduzione, la mediazione e l’inclusione.
Quest’anno, Il Filo del Coraggio non si è limitato a raccontare, è diventato azione. Intorno all’iniziativa si è stretta una rete di istituzioni e realtà che hanno deciso di offrire supporto tangibile.
Il Comune di Milano, con l’Assessora Alessia Cappello e l’Assessore Emmanuel Conte, insieme a Elena Lattuada, Delegata del Sindaco per le Pari Opportunità, e Diana De Marchi, Presidente della Commissione Pari Opportunità, ha accompagnato il progetto come esempio di integrazione sociale e culturale. In particolare, Elena Lattuada ha garantito anche ai bambini delle donne accesso a sport, corsi e attività educative. La Regione Lombardia, con l’Assessora Francesca Caruso Mazzali e la Direttrice Paola Negroni, ha ospitato l’evento alla Fontana e Rocce e lo ha affiancato con sostegno istituzionale e operativo.
La LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori ha confermato il proprio supporto a vita nei suoi ambulatori territoriali ed è stata presente con un ambulatorio mobile per offrire screening senologici gratuiti. Telefono Donna, da oltre trent’anni accanto alle vittime di violenza, ha partecipato con il proprio team di psicologhe, avvocati e operatrici specializzate. La Fondazione Gualtiero Marchesi, l’Associazione Spazio 3R e la Diadema Academy hanno attivato percorsi concreti in cucina, sartoria e beauty, per favorire il reinserimento professionale. La CISL ha messo a disposizione corsi online di lingua italiana, fondamentali per l’integrazione e l’autonomia. Uno Studio Legale ha seguito le donne nei percorsi di giustizia. L’Associazione I Ponti, che dialoga da anni con le comunità arabe presenti in Lombardia, ha rafforzato la rete di sostegno e inclusione. I consolati di Qatar, Marocco, Egitto e Tunisia hanno dato ulteriore valore interculturale all’iniziativa. Partner formativo è stato l’Istituto IIS di Milano, che ha coinvolto studenti e giovani creativi. Fondazione Stelline ha confermato il proprio sostegno, come già nelle edizioni precedenti.
Ad arricchire la serata hanno partecipato personalità di spicco come Roberta Tagliavini (Robertaebasta), Rajae, Arturo Artom e altri nomi di rilievo del mondo della cultura, dell’imprenditoria e dei media, che hanno scelto di essere parte di questo racconto.
«Il Filo del Coraggio è un ponte tra culture, istituzioni e persone. Ho voluto che questa sfilata non fosse solo simbolo ma anche azione concreta, perché la moda può e deve diventare strumento di cambiamento reale», ha dichiarato Hnia Harrati.
Arrivata in Italia a dieci anni insieme alla madre, Hnia conosce in prima persona la durezza della violenza domestica. Da quella ferita è nata la sua missione: trasformare la moda in un linguaggio universale di libertà e riscatto. Con il brand Hnia Harrati Milano, fondato tre anni fa, ha creato un ponte tra sartorialità italiana e suggestioni arabe, facendo della moda un veicolo di rinascita.
“Un abito. Trecento voci. Un solo coraggio.”